il blog di Alessio Marsili

upgrade democracy

upgrade democracy

Ho la sensazione che siamo tutti d’accordo che ci stiamo spostando verso un nuovo modello di Stato e di società.
Ma non abbiamo la più pallida idea di cosa sia o cosa dovrebbe essere. Sembra che, piuttosto che agire, dovremmo discutere di cosa sia la democrazia oggi.
Vediamola in questo modo: siamo cittadini del 21° secolo, che fanno del loro meglio per interagire con le istituzioni create per il 19° secolo basate sulla tecnologia del 15° secolo.
Analizziamo alcune caratteristiche di questo sistema.

Prima di tutto, è progettato per un’informatica vecchia. E il miglior sistema possibile che potrebbe essere progettato è quello in cui POCHI PRENDONO DECISIONI QUOTIDIANE A NOME DI MOLTI. E i molti vanno a votare una volta ogni “X” anni, forse.

In secondo luogo, i costi di partecipazione a questo sistema sono incredibilmente alti. O avete un sacco di soldi e influenza, o dovete dedicare tutta la vita alla politica. Dovete diventare membro di un partito e farvi strada nella gerarchia fino a che, un giorno, forse, riuscirete a sedere a un tavolo dove si prendono decisioni.

Non ultimo, il linguaggio del sistema è incredibilmente criptico, fatto di protocolli e conformismo. È fatto per avvocati, da avvocati, e nessun altro lo capisce.

È un sistema in cui possiamo scegliere le nostre autorità ma siamo completamente tagliati fuori dal modo con il quale queste autorità arrivano a decisioni.


Quindi, in un’epoca in cui l’informatica ci permette di partecipare globalmente a qualunque conversazione, le nostre barriere all’informazione sono totalmente abbattute e possiamo, più che mai, esprimere i nostri desideri e le nostre preoccupazioni.
Il nostro sistema politico è rimasto lo stesso datanti anni e ci accontentiamo di essere semplici destinatari passivi di un monologo.

Quindi, non sorprende che questo tipo di sistema sia solo in grado di produrre due tipi di risultato:

silenzio o rumore.

Silenzio, in termini di cittadini che non si fanno coinvolgere, che semplicemente non vogliono partecipare. C’è questo luogo comune che proprio non mi piace, ed è l’idea che noi cittadini siamo naturalmente apatici. Che evitiamo gli impegni. Ma si può veramente incolparci per non cogliere l’opportunità di andare in pieno centro città in un giorno lavorativo a partecipare fisicamente a un discorso pubblico che non ha alcun impatto?
Il conflitto è destinato a verificarsi tra un sistema che non ci rappresenta più, né ha capacità di dialogo, e i cittadini che sono sempre più abituati a rappresentarsi da soli.

Rumore: in termini di protesta. Cile, Argentina, Brasile, Messico Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, sono tutte democrazie. I loro cittadini hanno accesso alle urne. Ma sentono ancora il bisogno, di scendere in strada per essere ascoltati.

Mi sembrano gli slogan del 18° secolo che erano la base della formazione delle nostre moderne democrazie, “Niente tassazione senza rappresentazione,” oggi può essere aggiornata in “Niente rappresentazione senza conversazione“.

Vogliamo il nostro posto al tavolo delle decisioni!

E giustamente. Ma per poter prendere parte alla conversazione, dobbiamo sapere cosa vogliamo fare, perché l’azione politica possa passare dall’agitazione alla costruzione.

La mia generazione è stata incredibilmente brava a usare le nuove reti e tecnologie per organizzare proteste, proteste che sono state in grado di imporre programmi, impedire leggi estremamente dannose, e anche rovesciare governi autoritari. E dovremmo esserne immensamente orgogliosi.
Ma dobbiamo anche ammettere che non siamo stati bravi ad usare gli stessi sistemi e tecnologie per articolare con successo un’alternativa a quello che vediamo e trovare consenso e formare le alleanze necessarie per farlo accadere.

Il rischio che affrontiamo è che possiamo creare questi enormi vuoti di potere che saranno rapidamente riempiti da poteri di fatto, come quello militare o gruppi altamente motivati e già organizzati che di solito si trovano agli estremi.
Ma la nostra democrazia non è solo una questione di votazione una volta ogni due anni. Ma non è neanche la capacità di portare milioni di persone in strada.
Quindi la domanda che vorrei sollevare qui, e credo sia la domanda più importante a cui dobbiamo rispondere, è questa:

se Internet è la nuova carta stampata, allora cos’è la democrazia per l’era di Internet?
Che istituzioni vogliamo creare per la società del 21° secolo?

Per la cronaca: non ho la risposta. Non credo ce l’abbia nessuno. Ma credo fermamente che non possiamo più permetterci di ignorare la domanda. Vorrei quindi condividere l’esperienza del Movimento 5 Stelle di Roma e quello che abbiamo imparato finora e, speriamo, contribuire un po’ a questa conversazione.
Un gruppo di amici, ha iniziato a pensare, “come possiamo spingere, i nostri rappresentanti eletti, a rappresentarci VERAMENTE?”
La politica, oggi, è risolvere i problemi di oggi con gli strumenti di ieri.

La domanda che ha motivato la candidatura è: possiamo cercare di risolvere alcuni problemi di oggi con gli strumenti che usiamo quotidianamente?

Il nostro primo approccio è stato progettare e sviluppare un nuovo sistema chiamato Movimento 5 Stelle, partendo dai meetup che univano battaglie tematiche locali.
Attualmente ROUSSEAU è un'”applicazione” web open-source progettata per diventare il ponte tra i cittadini e i loro rappresentanti per rendere più facile la partecipazione dal quotidiano.
Prima di tutto, ci si informa in modo che ogni nuovo progetto introdotto nelle istituzioni venga immediatamente tradotto e spiegato in parole semplici su questa piattaforma. Ma sappiamo tutti che il cambiamento sociale non verrà solo dall’avere maggiori informazioni, ma nel fare il giusto uso di certe informazioni per arrivare a SMART CITY.

Quindi un miglior accesso all’informazione dovrebbe portare a una conversazione su quello che vogliamo fare dopo, e internet permette di farlo, raggiungendo in tempo reale tutti i cittadini. Perché crediamo che la democrazia sia non solo questione di accumulazione di preferenze, una sopra l’altra, ma che il nostro dibattito politico sano e robusto dovrebbe essere, ancora una volta, uno dei suoi valori fondamentali.
Quindi la democrazia diretta tramite internet con ROUSSEAU significa, essere coinvolti, farsi coinvolgere, convincere e farsi convincere.
Vuol dire raggiungere un consenso così come trovare il modo giusto di incanalare il nostro disaccordo. Infine, si può votare come si vorrebbe che votasse il proprio rappresentante. E se non ci si sente a proprio agio a votare su un determinato problema, si può sempre delegare il voto a qualcun altro, consentendo l’emergere di una leadership sociale dinamica e emergente. Improvvisamente è diventato facile per noi semplicemente confrontare questi risultati con il voto dei nostri rappresentanti nelle istituzioni.

Ma è anche diventato evidente che la tecnologia non risolve tutto. Serviva anche trovare attori in grado di afferrare questa conoscenza distribuita nella società e usarla per prendere decisioni migliori e più giuste. Ci siamo quindi rivolti a partiti politici tradizionali ma abbiamo fallito alla grande. Siamo stati mandati via come bambini. Tra le altre cose, siamo stati chiamati ingenui. E devo essere onesto: con il senno di poi, credo che lo siamo. Bambini, ingenui. Parliamo un linguaggio differente, la visione del futuro è diversa e quindi del territorio e quindi percepiamo gli aspetti sociali e i bisogni personali in maniera totalmente differente.

Perché le sfide che affrontiamo, non sono tecnologiche, sono culturali.

I partiti politici non sono mai stati disposti a cambiare il modo in cui prendono decisioni.
E’ ovvio che se si vuole portare avanti l’idea, dovevamo farlo da soli. Abbiamo fatto un atto di fede, e ci siamo candidati alle elezioni con questa idea: se vogliamo un posto nelle istituzioni, il nostro candidato, i nostri rappresentanti avrebbero sempre votato secondo quanto deciso dai cittadini su piattaforme online.
Ogni singolo progetto votato secondo quanto deciso dai cittadini su una piattaforma online, è il modo di attaccare il sistema politico.
Se vogliamo far parte della conversazione, avere un posto a quel tavolo, dovevamo diventare validi interlocutori e l’unico modo di farlo è giocare secondo le regole del sistema. Ma attaccavamo nel senso che stavamo radicalmente cambiando il modo di prendere decisioni di un partito politico.
Per la prima volta, prendiamo le nostre decisioni insieme a coloro che erano direttamente coinvolti in queste decisioni.
Quindi, anche se non è abbastanza per un seggio nelle istituzioni, è sufficiente per far parte della conversazione, al punto che il mese prossimo, nel Municipio XIII di Roma in quanto istituzione, sarò candidato nella lista del Movimento 5 Stelle di Roma per sviluppare la democrazia diretta per discutere, con i cittadini. Certo, non sto dicendo, “ci riesco” ma siamo disposti a tentare, insieme! Sono disposto ad aprire un nuovo spazio per l’impegno dei cittadini e speriamo siano disposti anche ad ascoltarCI.

Il nostro sistema politico può essere trasformato, non sovvertendolo, distruggendolo, ma ricollegandolo con gli strumenti che Internet ci offre oggi.
La vera sfida è trovare, progettare, creare, responsabilizzare questi nodi in grado di innovare, di trasformare il rumore e il silenzio in segnali e portare finalmente le nostre democrazie nel 21° secolo. Non sto dicendo che sia facile. Ma abbiamo la possibilità di farlo funzionare.

E qualcosa mi dice che vale assolutamente la pena provare. Grazie. (tks Pia Mancini)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *